Lo scorso lunedì siamo tornati in strada e tornati ad agire come ai vecchi tempi, con azioni di guerrilla urbana socilmente utile.
Abbiamo dato vita ad un Park(ing) in via Costantinopoli, fuori l’entrata dell’Accademia. Lo abbiamo fatto per accendere i riflettori e avviare una discussione sui temi della fruizione dello spazio pubblico, secondo noi, in città, appananggio prevalentemente delle auto o delle attività dei privati.
Napoli è una città caotica, si sa. Ovviamente non siamo soli, ci sono problematiche simili in tante città.
Il traffico qui però è un tema sempreverde: siamo la patria dell’ingorgo a croce uncinata di “decrescenziana” memoria, la città delle auto, dei motorini, dei parcheggi selvaggi e dei parcheggiatori abusivi.
Oggi poi, strade e gallerie chiuse, timore degli assembramenti e mezzi pubblici sui quali non poter fare affidamento fanno il resto: una città a misura d’auto, mix perfetto per il caos e l’inquinamento a discapito degli spazi pubblici per i cittadini.
Una città del genere non è sostenibile per la comunità: è tempo di ripensare al modo e alle possibilità di fruizione degli spazi urbani.
Lunedì 2 agosto, motivata dal desiderio di immaginare una città a misura d’uomo (e non di automobile), abbiamo avviato la prima sperimentazione creativa di PARK(ing) Day a Napoli, esperimento open source nel recupero dello spazio pubblico, espressione concreta, provocatoria ed estemporanea di politiche generative di benessere collettivo urbano. Obiettivo è convertire temporaneamente l’area occupata dallo stallo di un parcheggio in uno spazio pubblico di socialità.
L’immediatezza delle foto “prima – dopo” ci aiuterà meglio a visualizzare: quante cose si possono fare nello spazio occupato da un’automobile? Quanto spazio urbano è sottratto alle persone? Quanti bisogni sociali sono inespressi, latenti e insoddisfatti? Quanto sarebbe più coesa una società con più spazio dedicato al benessere collettivo?
Ispirati dal lavoro del comitato Colibrì degli amici di Milano “Sai che puoi?” e al movimento internazionale PARK(ing) Day Network, ci abbiamo provato anche noi. Abbiamo realizzato in via Costantinopoli, per circa 60 minuti, uno spazio pubblico temporaneo a beneficio delle persone. Un giardinetto in un posto auto, uno spazio in cui è stato possibile leggere, giocare, fare scherma, caricare un cellulare con uno zaino con pannelli solari, montare un’amaca, curare delle piantine.
Con questa azione simbolica, speriamo di aprire gli occhi e la mente della collettività, generando la richiesta di cambiamento, di nuovi scenari urbani e spazi ad uso pubblico. Speriamo che questa istanza sia sentita da sempre più persone e che la Napoli del futuro non sia appannaggio né delle auto, né esclusivamente delle attività privati, ma che ponga al centro il benessere della collettività.
Alla nostra attività performativa, che ascriviamo in un ambito di civic activism, abbiamo poi dato una forte connotazione ambientalista:
abbiamo fatto riferimento agli obiettivi dell’Agenda 2030,
in particolare il Goals 3: salute e benessere e il Goal 11: città e comunità sostenibili. Crediamo che bisogni sempre più lavorare verso una città più sostenibile che garantisca una migliore qualità di vita per tutte e tutti.
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